I BOLLI RR POSTE TS e RP PAGATO usati come sostituti di affrancatura dagli uffici postali italiani durante la R.S.I. - di Antonio A. Piga
Questo articolo è apparso sulla rivista LA TRIBUNA DEL COLLEZIONISTA n. 218 - 219 - 220 - 221 - 224 - 226 - 227 - 228 - 230 - 231
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"Nel contesto storico postale di questo travagliato periodo che l'Italia visse dall'8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, c'è un capitolo interessantissimo, direi unico, che non ha riscontro nella storia postale italiana se non rifacendosi al periodo prefilatelico. Mi riferisco all'uso, da parte dell'Amministrazione postale della Repubblica Sociale Italiana, dei bolli RP PAGATO e RR POSTE TS come sostituti di affrancatura o, in rari casi, come complemento della stessa. Capitolo interessantissimo, ma purtroppo semisconosciuto alla maggior parte dei collezionisti e quindi ancora poco studiato".
Con queste parole, nell'ormai lontano 1980, ininziavo sulla rivista "FILATELIA" editore Ausilio, una serie di articoli che avevano lo scopo, con l'aiuto e la collaborazione dei cultori di Storia Postale della R:S.I., di chiarire uno degli aspetti più interessanti dell'odissea postale che ha contraddistinto il periodo storico che va dal 15 settembre 1943, nascita della R.S.I., al 25 aprile 1945 che segna la caduta della stessa.
L'argomento in questione era l'uso, da parte dell'Amministrazione postale, della riscossione dell'importo di affrancatura della corrispondenza, non attraverso l'uso dei francobolli, bensì riscuotendo l'importo suddetto "brevi manu" in contanti, in partenza o all'arrivo a seconda che la corrispondenza venisse presentata all'Ufficio Postale oppure imbucata nelle cassette di impostazione.
Questo sistema riportava di fatto l'evoluzione postale indietro di un secolo, al periodo precedente, cioè all'invenzione da parte di Sir Rowland Hill del francobollo.
Fatta questa premessa debbo dire, che l'iniziativa, pur avendo riscosso notevole successo da parte dei cultori di Storia Postale, dopo una serie di articoli iniziali, non ebbe più seguito per la cessazione della pubblicazione della Rivista.
A distanza di quattordici anni mi sono deciso a riprendere in mano l'argomento, visto l'interesse crescente che questo tipo di documenti postali suscita nei collezionisti, ed inoltre per la disponibilità mostrata dall'Editore di questa Rivista, Prof. Valente, ad ospitare questo studio.
Ritengo infatti fondamentale, perchè vi siano possibilita di riuscita, che questo tipo di ricerche siano supportate da una Rivista la cui filosofia sia improntata alla divulgazione "sana" della filatelia e, che abbia un buon seguito di appassionati.
Di tutto questo mi sono convinto durante un incontro avuto con il Prof. Valente nella sede della Rivista a Gaeta.
Invito pertanto tutti i cultori di Storia Postale della R.S.I. a collaborare con segnalazioni, retifiche o quantaltro ritengano possa essere il contributo che posso dare per la buona riuscita dello studio.
L'invito è rivolto anche ai non cultori di Storia Postale della R.S.I. - anzi in modo particolare ad essi - perchè è proprio in queste collezioni od accumuli di materiale che possono nascondersi il pezzo "interessante" (intendo filatelicamente) che "dorma" per mancanza di interesse all'argomento da parte del proprietario e che merita di essere portato alla luce.
E' gradita pertanto la collaborazione di tutti: esperti e non esperti; da parte mia, metto a disposizione di tutti le notizie in mio possesso e l'impegno a coordinare l'apporto che verrà dalle vostre segnalazioni.
ANTEFATTO STORICO
Prima di passare all'esame strettamente tecnico dell'argomento in questione, ritengo sia necessario fare una sia pur rapida disamina degli avvenimenti storici che sono stati la causa dell'anomalia storico-postale di cui si occupa questo studio.
Il 25 luglio 1943, il Re Vittorio Emanuele III ordinando l'arresto di Mussolini, e nominando capo del Governo il Generale Badoglio, provocava di fatto la caduta del regime fascista; regime che aveva governato l'Italia per un ventennio e portato la nazione alla catastrofica guerra a fianco della Germania.
Le sorti della guerra volgevano ormai al peggio e gli eserciti alleati, dopo aver occupato la Sicilia, stavano risalendo la penisola.
La Monarchia ritenne necessario, per salvare il salvabile, di dissociarsi dall'alleato tedesco e chiedere un armistizio separato con gli Alleati.
Armistizio che venne firmato a Cassibile il 3 settembre 1943 e proclamato l'8 settembre 1943.
Il Re e il Governo Badoglio abbandonano Roma e si trasferiscono a Brindisi sotto la protezione Alleata, creando quello che verrà chiamato il Regno del Sud.
I tedeschi reagiscono violentemente a quello che loro ritengono un tradimento da parte degli ex alleati italiani e consolidano quindi quella che, "di fatto", era già una occupazione del territorio italiano.
Il 12 settembre 1943 liberano Mussolini prigioniero sul Gran Sasso, il quale, dopo un incontro con Hitler nel suo Quartier Generale di RASTEMBURG il 14 settembre 1943 - che gli conferma la sua stima e la sua fiducia - fonda, nella parte di Italia occupata dai tedeschi, la Repubblica Sociale Italiana, conosciuta anche come Repubblica di Salò.
Il Governo della R.S.I. si riunisce per la prima volta il 27 settembre 1943 alla Rocca delle Caminate ed annuncia che a partire dal 29 settembre 1943 "si da inizio al funzionamento del nuovo stato fascista repubblicano" .
Il territorio della R.S.I. alla data del 29 settembre 1943 comprendeva le seguenti Regioni: Piemonte, Lombardia, Liguria, Trentino Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Umbria, Marche, Abruzzi e Molise e parte della Campania. (Fig. 1 ) e (Fig. 2)
Questo vertiginoso accavallarsi di avvenimenti creò non poco disorientamento negli organici dello Stato Italiano, ora R.S.I., in particolare in quello delle Poste, che si trovò presto a mal partito nell'assolvere i compiti a cui era preposto.
Il primo provvedimento che il Governo della R.S.I. prese infatti, in ambito postale, fu quello di abolire sia l'effige del Re sia ogni contrassegno o stemma monarchico dall'uso postale.
Si dovette pertanto ricorrere, per sopperire alla richiesta di francobolli da parte degli Uffici Postali, a sovrastampare con provvedimento di urgenza (delegando in un primo momento a tale compito sei Direzioni Provinciali) tutti i francobolli con l'effige del Re della serie "imperiale", ed inoltre quelli di Propaganda di Guerra, i Segnatasse, i Pacchi Postali, i Recapiti Autorizzati, gli Interi Postali e quanto altro recasse lo stemma o gli emblemi della Monarchia.
Tutto questo non bastò però a riportare il servizio postale alla normalità, anzi, le cose andaro via via sempre più aggravandosi, anche per la ritardata emissione della nuova serie di francobolli Repubblicani dedicata ai Monumenti Distrutti.
In questo periodo in modo particolare, sulla corrispondenza apparvero le affrancature più varie e "stravaganti": furono usati infatti per l'affrancatura oltre ai Pacchi Postali e ai Segnatasse (che erano stati creati per un servizio postale, anche se diverso dall'affrancatura della corrispondenza) anche marche da bollo, marche IGE e quanto altro fosse stato emesso dalle Autorità per assolvere ad un tributo.
Tutto ciò era suo malgrado, tollerato (non ammesso!) dall'Amministrazione Postale.
Anzi, alcuni uffici, cominciarono ad inoltrare corrispondenza non affrancata, corredata dalla frase "Zona sprovvista di francobolli" o "Ufficio sprovvisto di francobolli" o altre similari.
Alcune Direzioni Provinciali, forse spinte dalla necessità, o forse per cercare di tenere sotto controllo la sitazione di caos che si stava verificando, emanarono delle Circolari (vedi CIRCOLARI POSTALI: n. 82) che di fatto autorizzavano l'inoltro della corrispondenza senza affrancatura, a patto che la stessa portasse un contrassegno ufficiale (timbro RR POSTE TS) che attestasse, all'ufficio di arrivo, che si doveva esigere l'importo semplice di affrancatura.
Queste singole iniziative creavano però dubbi e malintesi e, cosa ancora più grave per l'Amministrazione, lasciavano ampie possibilità ad inmpiegati di pochi scrupoli di approffitare della assoluta mancanza di controlli per appropriarsi di tutti o di parte degli importi riscossi in contanti.
L'Amministrazione postale decise perciò di ufficializzare l'inoltro della corrispondenza senza affrancatura su tutto il territorio della R.S.I., regolamentandolo entro rigide procedure, che in teoria avrebbero dovuto impedire abusi e frodi. (vedi CIRCOLARI POSTALI n. 222 - 4).
Esaminando queste Circolari, si evidenzia subito la macchinosità di queste regole che, per impedire abusi e frodi, complicava enormemente la parte burocratico-amministrativa degli Uffici, lasciando, a mio giudizio, parecchi dubbi sulla reale possibilità di attuazione di questi controlli.
A noi, a parte le nostre personali considerazioni, interessa però comprendere la regolamentazione che l'Amministrazione intese dare al servizio; a tale proposito mi preme richiamare l'attenzione del lettore, su alcune norme che di fatto furono disattese o non applicate.
La prima riguarda l'uso del timbro RP PAGATO, che secondo la Circolare n. 4 doveva essere usato solo per le corrispondenze presentate da utenti provvisti di conto di credito, ora se è ragionevole pensare che grandi fruitori del servizio postale come: Comuni, Enti Ospedalieri, Banche o grandi aziende che avessero una mole di corrispondenza notevole possedessero il conto di credito, rimane meno plausibile pensare che lo avessero un piccolo commerciante o un artigiano o, ancora meglio, un privato cittadino.
Dall'esame della corrispondenza, risulta invece che il timbro RP PAGATO è stato usato in modo massiccio su corrispondenze di grandi fruitori, ma anche, sulla corrispondenza di piccoli commercianti, artigiani o privati cittadini.
Questo mi fa pensare che se la corrispondenza invece che imbucata nella cassetta di impostazione, veniva presentata all'ufficio postale - questa era la condizione essenziale per poter effettuare il pagamento in partenza e ottenere l'applicazione del timbro RP PAGATO - l'impiegato, disattendendo la norma, riscuoteva l'importo e applicava il timbro RP PAGATO anche se l'utente non aveva il conto di credito; ad avvalorare questa tesi ci sono le Circolari n. 53 e 65 (vedi CIRCOLARI) che richiamano gli uffici al rispetto delle norme a suo tempo emanate.
La Circolare n. 42 (vedi CIRCOLARI) riguarda sempre l'uso del timbro RP PAGATO, ma si riferisce al fatto che non doveva assolutamente essere usato su corrispondenze dirette all'estero.
Anche questa norma, sia pure raramente, non fu rispettata, lo dimostra la lettera che riproduco. (Fig. 3)
Questa busta fu presentata per la prima volta dal dott. Bonucci in un suo pregevole studio che apparve sulla rivista "FILATELIA"; ora è rirpodotta a pag. 137 del volume "La Repubblica Sociale Italiana" editore Sirotti.
Oltre a questa busta, sono a conoscenza di un solo altro documento per l'estero apparso in un catalogo d'asta.
La terza norma, riguarda infine la procedura per l'inoltro della corrispondenza la cui affrancatura doveva essere riscossa in arrivo.
Le norme prescrivevano che questa corrispondenza - che presumibilmente era quella imbucata nelle cassette di impostazione - fosse dotata, dall'Ufficio di partenza, del timbro RR POSTE TS (che stava ad indicare che l'Ufficio di arrivo doveva riscuotere la tasa semplice di affrancatura) e l'Ufficio di arrivo doveva riscuotere l'importo dell'affrancatura applicando i segnatasse per l'importo corrispondente.
Ovviamente anche questa norma non fu quasi mai applicata, vuoi per la penuria già ricordata di segnatasse, vuoi per la negligenza degli impiegati postali.
Con questo ritengo di aver dato, ai pochi lettori che ancora non lo conoscevano, un succinto quadro dell'argomento e degli avvenimenti che lo hanno generato.
Passerò ora ad esaminare la materia da trattare da un lato più strettamente tecnio e, poterne fare una disamina più chiara ed ordinata, la suddividerò nei seguenti capitoli:
- Genesi dei timbri RP PAGATO e RR POSTE TS
- Precursori manoscritti
- Timbri di emergenza
- Timbri scalpellati
- Complementi di affrancatura
- Uffici Postali (catalogazione, occupazioni, aperture-chiusure, prime ed ultime date d'uso)
GENESI DEI TIMBRI RP PAGATO E RR POSTE TS
I due timbri RP PAGATO e RR POSTE TS, che così grande importanza hanno avuto nelle vicissitudini postali oggetto di questo studio, non sono nati ex novo per assolvere all'impiego che la situazione di emenrgenza si era venuta a creare richiedeva.
Sono nati molto tempo prima, ed ancora adesso fanno parte della fornitura normale di timbri che ogni Ufficio Postale ha in dotazione.
Del timbro RP PAGATO non sono riuscito sino ad ora a rintracciare il relativo decreto di emissione, il quale, oltre a sancire con certezza la data di apparizzione, chiarirebbe anche i motivi per cui ne è stato deciso l'impiego.
Il Catalogo Unificato di Storia Postale 1994 editore C.I.F. srl, da come data di nascita il 1° ottobre 1881. L'unica notizia certa in mio possesso proviene dall'estratto della Circ. n. 139,950 del 19 ottobre 1881 diramata alle Direzioni Provinciali, agli Ispettorati distrettuali e degli Ambulanti, ai Messaggeri, ed agli uffici postali del Regno, autorizzati al servizio dei pacchi; la quale a proposito del bollo RP PAGATO recita così:
" Indebito uso del bollo RP PAGATO che da taluni ufizi viene impresso sui pacchi.
Tale bollo deve esclusivamente imprimersi sui mod. n° 258, per comprovare l'effettuato pagamento di tutti i diritti doganali, postali e di consumo".
A tale proposito: lancio un appello a chi possa essere in grado di fornire il testo integrale del decreto di emissione, di farlo pervenire alla Rivista o, ancora meglio al mio indirizzo (Omissis..), in modo che possa contribuire a chiarire questo punto ancora oscuro.
Il timbro in questione, non dovrebbe aver avuto comunque origine per necessità postali (per necessità postali intendo quelle inerenti alla corrispondenza), ma per assolvere a compiti "amministrativi".
Dall'esame, sia della Circ. 139,950 sopra citata, sia dalla documentazione presentata alle (Fig. 4), (Fig. 5) e (Fig. 6) che si riferisce a periodi precedenti all'emergenza trattata in questo studio, a periodi posteriori e, addirittura, a periodi recentissimi, si deve desumere che questo fosse il compito per cui era stato creato.
Solo nel periodo di emergenza della R.S.I. è diventato "postale", per ritornare poi, finita l'emergenza, al suo ruolo originario.
La sua forma è ovale, e ha una dimensione che può oscillare da mm. 30x20 a mm. 34x22 a seconda, credo del periodo in cui è strato fatto e dall'incisore che lo ha inciso.
Del timbro RR POSTE TS conosco invece l'anno esatto di nascita, il 1906, alla pagina 59 del "BULLETTINO DELLE POSTE" Art. 89, dice:
"Le lettere non francate e quelle francate insufficientemente, spedite da militari di bassa forza in servizio attivo alle rispettive famiglie (cioè: moglie, ascendenti, discendenti, fratelli e sorelle), sono assoggettate ad una tassa uguale a quella che sarebbe occorsa per la francatura, cioè di cent. 15 per ciscun porto di 15 grammi, dedotto il valore dei francobolli apposti.
Per fruire di questa tassa speciale, le lettere debbono recare a tergo l'indicazione del cognome, nome e grado del mittente e del Corpo cui appartiene, ed essere rimesse agli Uffici Postali di partenza da appositi incaricati dei Comandi dei Corpi stessi od altri Reparti, in pieghi chiusi, colla soprascritta: lettere non francate di militari di bassa forza. I pieghi stessi debbono essere muniti di bollo d'ufficio o, per i reparti sprovvisti di bollo, della firma dei rispettivi comandanti.
Gli Ufficiali postali tassano nella misura stabilita le lettere contenute nei pieghi, ed oltre il bollo a data appongono sulle lettere medesime, come contrassegno di riconoscimento la leggenda TS (tassa speciale), con bollo o scritta a mano.
Per le truppe in campagna la facilitazione di cui sopra si intende estesa a tutte le corrispondenze consegnate agli uffici di Posta Militare e munite dei bolli di questi; se mancano uffici di Posta Militare, sono applicabili le norme di cui sopra."
Nel 1911, sempre sul citato "BULLETTINO DELLE POSTE" n° 16 (parte II)- pag. 188 - paragrafo 270, di cui pubblico il testo integrale, troviamo la nascita del bollo così come interessa a noi:
" Paragrafo 270 - Nuovo bollo con le iniziali T.S. (Tassa Speciale) con sovrapposta la leggenda: RR. POSTE.
Allo scopo di reprimere gli abbusi e le frodi che si vanno commettendo su larga scala in danno dell'Amministrazione mediante l'apposizione di apocrifi bolli portanti le iniziali (T.S.), per usufruire della tassa ridotta di cui all'articolo 17 dell'Istruzione per il servizio delle corrispondenze postali si è determinato di adottare un nuovo tipo di bollo con le stesse iniziali (T.S.) ma sormontate dalla leggenda (RR. POSTE) da provvedersi a cura degli uffici che dovranno utilizzarli in surrogazione di quelli attualmente in uso. Omissis.
Le Direzioni sono perciò invitate a fare regolare richiesta dei bolli predetti con modello 113, per la quantità strettamente necessarie, avvertendo che ai medesimi è conservato il n° 265 di nomenclatura ed il loro prezzo è di L. 1,25 ciascuno.
I vecchi bolli tolti d'uso saranno ritirati dagli uffici, e trasmessi in una unica spedizione al Magazzino Centrale in via S. Ignazio n. 50, dandone avviso con modello 141".
Dall'esame del suddetto documento, risulta evidente l'impiego "postale" del timbro, esso non ha mai derogato infatti, durante la sua vita, che arriva sino ai nostri giorni, dalla funzione per cui è nato, attestare cioè il diritto del documento postale su cui è apposto, a viaggiare momentaneamente privo di affrancatura; che dovrà essere riscossa in arrivo senza sopratassa.
La sua forma, a differenza dell'altro, è tonda ed ha un diametro che varia da mm. 20 a 23. (Fig. 7 )
PRECURSORI MANOSCRITTI
In questa speciale categoria rientrano tutte quelle impronte, quasi sempre manoscritte, che venivano apposte sulla corrispondenza in partenza dall'Ufficio Postale, spesso accompagnate dalla scritta "Zona sprovvista di francobolli" o "Ufficio sprovvisto di bolli" o altri similari che il mittente apponeva sulla missiva. (Fig. 8 )
A volte qualche Ufficio, per comporre queste impronte usava il timbro "T" di "Tassata" accompagnato da una parte manoscritta: (Fig. 9 )
Questo uso si può localizzare, salvo rare eccezzioni, nel primo periodo di emergenza, per intenderci, prima che l'Amministrazione emanasse le regole contenute nella Circolare n. 4.
La domanda che nasce spontanea, esaminando questo tipo di documenti è: perchè invece di ricorrere a questi espedienti, gli Uffici non hanno usato sino dall'inizio i timbri RP PAGATO e RR POSTE TS in loro dotazione?
Molte possono essere le risposte a questa domanda e tutte più o meno attendibili, anche quella che propongo io, che mi sembra la più plausibile.
Data la rigidità dei regolamenti postali, nessuno azzardava l'uso di timbri per un impiego diverso da quello per cui erano stati originariamente destinati.
Prima di concludere questo capitolo, intendo fare una raccomandazione di carattere economico al lettore.
Data la relativa facilità di falsificazione a cui questi documenti si prestano e, visto il crescente interesse che essi suscitano nei collezionisti (con una conseguente rivalutazione commerciale) non è da escludere che qualche falsario ritenga il settore degno di attenzione ed eserciti su di esso le sue malefiche arti.
Attrenzione quindi nell'acquisto di questi particolari documenti, specialmente se l'importo richiesto è di una certa consistenza, controllate bene prima di aggiudicarvelo; se è vero che l'eventuale falsificazione è relativamente facile, è altrettanto vero che esistono molti elementi in grado di smascherarla.
TIMBRI DI EMERGENZA
I timbri classificabili in questa categoria, pur essendo di foggia diversa da quelli ufficiali, ne esprimono lo stesso significato.
Le loro foggie sono le più svariate ed eterogenee, come si può vedere in (Fig. 10 ) (Fig. 10a)
Questo non è che un piccolo campionario di quello che in realtà esiste.
Durante la catalogazione sistematica degli Uffici Postali, man mano che se ne presenterà l'occasione, provvederò a segnalare fotograficamente il particolare timbro di emergenza che quell'Ufficio ha usato.
Questi timbri sono equiparabili alle impronte dei "Precursori Manoscritti" del capitolo precedente - l'unica differenza che li distingue e che questi sono timbri nen senso materiale del termine; quelli, i "Precursori", sono nella quasi totalità delle impronte manoscritte.
Inoltre i "Precursori" cessano totalmente o quasi dopo la regolamentazione attuata con la Cir. n. 4, mentre i "Timbri di Emergenza" in molti Uffici, furono usati sistematicamente per tutto il periodo dell'emergenza, spesso alternandoli con quelli canonici.
Molti di questi timbri erano certamente in dotazione agli Uffici Postali che li usavano, per altri invece, l'appartenenza non è altrettanto certa, potrebbero essere stati di proprietà degli utenti del servizio, i quali, essendo in genere dei grandi fruitori, con il consenso dell'Ufficio, nell'intento di agevolare il lavoro allo stesso, apponevano tali timbri sulle corrispondenze prima della presentazione per l'inoltro.
Come ho detto è solo una ipotesi, che potrà essere confermata o smentita nel prosieguo dello studio.
TIMBRI SCALPELLATI
In questa categoria rientrano i timbri RP PAGATO e RR POSTE TS che, a seguito delle disposizioni impartite dall'Amministrazione con Cir. del 2/11/43 e ribadite con successive Circolari di richiamo. (Circ. 48) vennero scalpellati della parola REGIE. (Fig. 11)
Anche in questo caso il comportamento dei vari Uffici non fu omogeneo. Parte scalpellarono solo la "R" dei timbri corrispondente alla parola REGIE; altri eliminarono "ad abundantiam" anche la "P" corrispondente a POSTE
(Fig. 12 ), altri ancora si limitarono a cancellare con segni di penna la "R" incriminata.
Sono stato molto in dubbio se includere anche questo ultimo caso in questa categoria, ma ho deciso di farlo perchè risulta evidente la volontà di eliminare la "R" anche se ciò non avviene in modo radicale come è per la scalpellatura.
COMPLEMENTI DI AFFRANCATURA
In questo capitolo non tratterò di un particolare tipo di timbri più o meno bizzarri ed occasionali usati per la bisogna.
Si tratta infatti dei timbri ufficiali RP PAGATO e RR POSTE TS integri oppure scalpellati.
A dire il vero, i timbri non sono neppure i protagonisti principali di questo capitolo, ma dei comprimari.
Il protagonista principale è, "l'uso" che di questi timbri se ne fà nell'assolvimento della tassa di affrancatura.
Si tratta infatti di un uso ibrido di riscossione, che accomuna contemporaneamente, l'affrancatura tradizionale con i francobolli, con il metodo della riscossione per contanti.
La cosa funzionava in questo modo: quando l'Ufficio Postale o l'utente era in grado di assolvere all'affrancatura di una missiva solo parzialmente con i francobolli, l'Amministrazione, provvedeva al completamento di tale affrancatura ricorrendo alla riscossione per contanti.
Se la missiva parzialmente affrancata veniva presentata direttamente allo sportello dell'Ufficio Postale, lo stesso, apponeva il timbro RP PAGATO sul frontespizio, annotando a fianco l'importo che l'utente pagava a "complemento" appunto, dell'intera affrancatura. (Fig. 13 )
Se invece, la missiva parzialmente affrancata, veniva imbucata nella cassetta di impostazione, l'Ufficio Postale che ne curava l'inoltro, apponeva sul frontespizio il timbro RR POSTE TS e a fianco, manoscritto, l'importo che l'Ufficio di arrivo doveva risacuotere dal destinatario a complemento dell'intera affrancatura. (Fig. 14 )
A rigore si deve dire che questa procedura, l'uso cioè del timbro RR POSTE TS, poteva essere usato anche se la missiva era presentata allo sportello dell'Ufficio Postale.
La condizione era che, il mittente che spediva non avesse il conto di credito e che l'impiegato dell'Ufficio oservasse strettamente il regolamento.
Ma come abbiamo visto in precedenza, questo non avveniva quasi mai.
Si può ragionevolmente quindi presumere che le missive con il timbro RP PAGATO come complemento di affrancatura, sino state presentate direttamente allo sportello, mentre quelle con il timbro RR POSTE TS, siano state imbucate nelle cassette di impostazione.
E' forse superfluo far notare la scarsa frequenza di queste procedure, che rendono tali documenti particolarmente interessanti per i collezionisti.
NOTA
A questo punto dovrei iniziare l'elenco degli Uffici Postali, ma questo non è possibile in questa sede data la mastodonticità delle notizie contenute in tre volumi.
Chi fosse interessato ad approfondire ulteriormente l'argomento può farlo consultando i seguenti volumi:
R.S.I 1943-45 CATALOGO DEGLI ANNULLI RP PAGATO e RR POSTE TS - LOMBARDIA-EMILIA
R.S.I 1943-45 CATALOGO DEGLI ANNULLI RP PAGATO e RR POSTE TS - PIEMONTE-LIGURIA
R.S.I 1943-45 CATALOGO DEGLI ANNULLI RP PAGATO e RR POSTE TS - VENETO-TRENTINO V.G.-ABRUZZI-LAZIO-MARCHE-TOSCANA-UMBRIA
Volumi ancora disponibili presso l'autore o l'editore.
Con queste parole, nell'ormai lontano 1980, ininziavo sulla rivista "FILATELIA" editore Ausilio, una serie di articoli che avevano lo scopo, con l'aiuto e la collaborazione dei cultori di Storia Postale della R:S.I., di chiarire uno degli aspetti più interessanti dell'odissea postale che ha contraddistinto il periodo storico che va dal 15 settembre 1943, nascita della R.S.I., al 25 aprile 1945 che segna la caduta della stessa.
L'argomento in questione era l'uso, da parte dell'Amministrazione postale, della riscossione dell'importo di affrancatura della corrispondenza, non attraverso l'uso dei francobolli, bensì riscuotendo l'importo suddetto "brevi manu" in contanti, in partenza o all'arrivo a seconda che la corrispondenza venisse presentata all'Ufficio Postale oppure imbucata nelle cassette di impostazione.
Questo sistema riportava di fatto l'evoluzione postale indietro di un secolo, al periodo precedente, cioè all'invenzione da parte di Sir Rowland Hill del francobollo.
Fatta questa premessa debbo dire, che l'iniziativa, pur avendo riscosso notevole successo da parte dei cultori di Storia Postale, dopo una serie di articoli iniziali, non ebbe più seguito per la cessazione della pubblicazione della Rivista.
A distanza di quattordici anni mi sono deciso a riprendere in mano l'argomento, visto l'interesse crescente che questo tipo di documenti postali suscita nei collezionisti, ed inoltre per la disponibilità mostrata dall'Editore di questa Rivista, Prof. Valente, ad ospitare questo studio.
Ritengo infatti fondamentale, perchè vi siano possibilita di riuscita, che questo tipo di ricerche siano supportate da una Rivista la cui filosofia sia improntata alla divulgazione "sana" della filatelia e, che abbia un buon seguito di appassionati.
Di tutto questo mi sono convinto durante un incontro avuto con il Prof. Valente nella sede della Rivista a Gaeta.
Invito pertanto tutti i cultori di Storia Postale della R.S.I. a collaborare con segnalazioni, retifiche o quantaltro ritengano possa essere il contributo che posso dare per la buona riuscita dello studio.
L'invito è rivolto anche ai non cultori di Storia Postale della R.S.I. - anzi in modo particolare ad essi - perchè è proprio in queste collezioni od accumuli di materiale che possono nascondersi il pezzo "interessante" (intendo filatelicamente) che "dorma" per mancanza di interesse all'argomento da parte del proprietario e che merita di essere portato alla luce.
E' gradita pertanto la collaborazione di tutti: esperti e non esperti; da parte mia, metto a disposizione di tutti le notizie in mio possesso e l'impegno a coordinare l'apporto che verrà dalle vostre segnalazioni.
ANTEFATTO STORICO
Prima di passare all'esame strettamente tecnico dell'argomento in questione, ritengo sia necessario fare una sia pur rapida disamina degli avvenimenti storici che sono stati la causa dell'anomalia storico-postale di cui si occupa questo studio.
Il 25 luglio 1943, il Re Vittorio Emanuele III ordinando l'arresto di Mussolini, e nominando capo del Governo il Generale Badoglio, provocava di fatto la caduta del regime fascista; regime che aveva governato l'Italia per un ventennio e portato la nazione alla catastrofica guerra a fianco della Germania.
Le sorti della guerra volgevano ormai al peggio e gli eserciti alleati, dopo aver occupato la Sicilia, stavano risalendo la penisola.
La Monarchia ritenne necessario, per salvare il salvabile, di dissociarsi dall'alleato tedesco e chiedere un armistizio separato con gli Alleati.
Armistizio che venne firmato a Cassibile il 3 settembre 1943 e proclamato l'8 settembre 1943.
Il Re e il Governo Badoglio abbandonano Roma e si trasferiscono a Brindisi sotto la protezione Alleata, creando quello che verrà chiamato il Regno del Sud.
I tedeschi reagiscono violentemente a quello che loro ritengono un tradimento da parte degli ex alleati italiani e consolidano quindi quella che, "di fatto", era già una occupazione del territorio italiano.
Il 12 settembre 1943 liberano Mussolini prigioniero sul Gran Sasso, il quale, dopo un incontro con Hitler nel suo Quartier Generale di RASTEMBURG il 14 settembre 1943 - che gli conferma la sua stima e la sua fiducia - fonda, nella parte di Italia occupata dai tedeschi, la Repubblica Sociale Italiana, conosciuta anche come Repubblica di Salò.
Il Governo della R.S.I. si riunisce per la prima volta il 27 settembre 1943 alla Rocca delle Caminate ed annuncia che a partire dal 29 settembre 1943 "si da inizio al funzionamento del nuovo stato fascista repubblicano" .
Il territorio della R.S.I. alla data del 29 settembre 1943 comprendeva le seguenti Regioni: Piemonte, Lombardia, Liguria, Trentino Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Umbria, Marche, Abruzzi e Molise e parte della Campania. (Fig. 1 ) e (Fig. 2)
Questo vertiginoso accavallarsi di avvenimenti creò non poco disorientamento negli organici dello Stato Italiano, ora R.S.I., in particolare in quello delle Poste, che si trovò presto a mal partito nell'assolvere i compiti a cui era preposto.
Il primo provvedimento che il Governo della R.S.I. prese infatti, in ambito postale, fu quello di abolire sia l'effige del Re sia ogni contrassegno o stemma monarchico dall'uso postale.
Si dovette pertanto ricorrere, per sopperire alla richiesta di francobolli da parte degli Uffici Postali, a sovrastampare con provvedimento di urgenza (delegando in un primo momento a tale compito sei Direzioni Provinciali) tutti i francobolli con l'effige del Re della serie "imperiale", ed inoltre quelli di Propaganda di Guerra, i Segnatasse, i Pacchi Postali, i Recapiti Autorizzati, gli Interi Postali e quanto altro recasse lo stemma o gli emblemi della Monarchia.
Tutto questo non bastò però a riportare il servizio postale alla normalità, anzi, le cose andaro via via sempre più aggravandosi, anche per la ritardata emissione della nuova serie di francobolli Repubblicani dedicata ai Monumenti Distrutti.
In questo periodo in modo particolare, sulla corrispondenza apparvero le affrancature più varie e "stravaganti": furono usati infatti per l'affrancatura oltre ai Pacchi Postali e ai Segnatasse (che erano stati creati per un servizio postale, anche se diverso dall'affrancatura della corrispondenza) anche marche da bollo, marche IGE e quanto altro fosse stato emesso dalle Autorità per assolvere ad un tributo.
Tutto ciò era suo malgrado, tollerato (non ammesso!) dall'Amministrazione Postale.
Anzi, alcuni uffici, cominciarono ad inoltrare corrispondenza non affrancata, corredata dalla frase "Zona sprovvista di francobolli" o "Ufficio sprovvisto di francobolli" o altre similari.
Alcune Direzioni Provinciali, forse spinte dalla necessità, o forse per cercare di tenere sotto controllo la sitazione di caos che si stava verificando, emanarono delle Circolari (vedi CIRCOLARI POSTALI: n. 82) che di fatto autorizzavano l'inoltro della corrispondenza senza affrancatura, a patto che la stessa portasse un contrassegno ufficiale (timbro RR POSTE TS) che attestasse, all'ufficio di arrivo, che si doveva esigere l'importo semplice di affrancatura.
Queste singole iniziative creavano però dubbi e malintesi e, cosa ancora più grave per l'Amministrazione, lasciavano ampie possibilità ad inmpiegati di pochi scrupoli di approffitare della assoluta mancanza di controlli per appropriarsi di tutti o di parte degli importi riscossi in contanti.
L'Amministrazione postale decise perciò di ufficializzare l'inoltro della corrispondenza senza affrancatura su tutto il territorio della R.S.I., regolamentandolo entro rigide procedure, che in teoria avrebbero dovuto impedire abusi e frodi. (vedi CIRCOLARI POSTALI n. 222 - 4).
Esaminando queste Circolari, si evidenzia subito la macchinosità di queste regole che, per impedire abusi e frodi, complicava enormemente la parte burocratico-amministrativa degli Uffici, lasciando, a mio giudizio, parecchi dubbi sulla reale possibilità di attuazione di questi controlli.
A noi, a parte le nostre personali considerazioni, interessa però comprendere la regolamentazione che l'Amministrazione intese dare al servizio; a tale proposito mi preme richiamare l'attenzione del lettore, su alcune norme che di fatto furono disattese o non applicate.
La prima riguarda l'uso del timbro RP PAGATO, che secondo la Circolare n. 4 doveva essere usato solo per le corrispondenze presentate da utenti provvisti di conto di credito, ora se è ragionevole pensare che grandi fruitori del servizio postale come: Comuni, Enti Ospedalieri, Banche o grandi aziende che avessero una mole di corrispondenza notevole possedessero il conto di credito, rimane meno plausibile pensare che lo avessero un piccolo commerciante o un artigiano o, ancora meglio, un privato cittadino.
Dall'esame della corrispondenza, risulta invece che il timbro RP PAGATO è stato usato in modo massiccio su corrispondenze di grandi fruitori, ma anche, sulla corrispondenza di piccoli commercianti, artigiani o privati cittadini.
Questo mi fa pensare che se la corrispondenza invece che imbucata nella cassetta di impostazione, veniva presentata all'ufficio postale - questa era la condizione essenziale per poter effettuare il pagamento in partenza e ottenere l'applicazione del timbro RP PAGATO - l'impiegato, disattendendo la norma, riscuoteva l'importo e applicava il timbro RP PAGATO anche se l'utente non aveva il conto di credito; ad avvalorare questa tesi ci sono le Circolari n. 53 e 65 (vedi CIRCOLARI) che richiamano gli uffici al rispetto delle norme a suo tempo emanate.
La Circolare n. 42 (vedi CIRCOLARI) riguarda sempre l'uso del timbro RP PAGATO, ma si riferisce al fatto che non doveva assolutamente essere usato su corrispondenze dirette all'estero.
Anche questa norma, sia pure raramente, non fu rispettata, lo dimostra la lettera che riproduco. (Fig. 3)
Questa busta fu presentata per la prima volta dal dott. Bonucci in un suo pregevole studio che apparve sulla rivista "FILATELIA"; ora è rirpodotta a pag. 137 del volume "La Repubblica Sociale Italiana" editore Sirotti.
Oltre a questa busta, sono a conoscenza di un solo altro documento per l'estero apparso in un catalogo d'asta.
La terza norma, riguarda infine la procedura per l'inoltro della corrispondenza la cui affrancatura doveva essere riscossa in arrivo.
Le norme prescrivevano che questa corrispondenza - che presumibilmente era quella imbucata nelle cassette di impostazione - fosse dotata, dall'Ufficio di partenza, del timbro RR POSTE TS (che stava ad indicare che l'Ufficio di arrivo doveva riscuotere la tasa semplice di affrancatura) e l'Ufficio di arrivo doveva riscuotere l'importo dell'affrancatura applicando i segnatasse per l'importo corrispondente.
Ovviamente anche questa norma non fu quasi mai applicata, vuoi per la penuria già ricordata di segnatasse, vuoi per la negligenza degli impiegati postali.
Con questo ritengo di aver dato, ai pochi lettori che ancora non lo conoscevano, un succinto quadro dell'argomento e degli avvenimenti che lo hanno generato.
Passerò ora ad esaminare la materia da trattare da un lato più strettamente tecnio e, poterne fare una disamina più chiara ed ordinata, la suddividerò nei seguenti capitoli:
- Genesi dei timbri RP PAGATO e RR POSTE TS
- Precursori manoscritti
- Timbri di emergenza
- Timbri scalpellati
- Complementi di affrancatura
- Uffici Postali (catalogazione, occupazioni, aperture-chiusure, prime ed ultime date d'uso)
GENESI DEI TIMBRI RP PAGATO E RR POSTE TS
I due timbri RP PAGATO e RR POSTE TS, che così grande importanza hanno avuto nelle vicissitudini postali oggetto di questo studio, non sono nati ex novo per assolvere all'impiego che la situazione di emenrgenza si era venuta a creare richiedeva.
Sono nati molto tempo prima, ed ancora adesso fanno parte della fornitura normale di timbri che ogni Ufficio Postale ha in dotazione.
Del timbro RP PAGATO non sono riuscito sino ad ora a rintracciare il relativo decreto di emissione, il quale, oltre a sancire con certezza la data di apparizzione, chiarirebbe anche i motivi per cui ne è stato deciso l'impiego.
Il Catalogo Unificato di Storia Postale 1994 editore C.I.F. srl, da come data di nascita il 1° ottobre 1881. L'unica notizia certa in mio possesso proviene dall'estratto della Circ. n. 139,950 del 19 ottobre 1881 diramata alle Direzioni Provinciali, agli Ispettorati distrettuali e degli Ambulanti, ai Messaggeri, ed agli uffici postali del Regno, autorizzati al servizio dei pacchi; la quale a proposito del bollo RP PAGATO recita così:
" Indebito uso del bollo RP PAGATO che da taluni ufizi viene impresso sui pacchi.
Tale bollo deve esclusivamente imprimersi sui mod. n° 258, per comprovare l'effettuato pagamento di tutti i diritti doganali, postali e di consumo".
A tale proposito: lancio un appello a chi possa essere in grado di fornire il testo integrale del decreto di emissione, di farlo pervenire alla Rivista o, ancora meglio al mio indirizzo (Omissis..), in modo che possa contribuire a chiarire questo punto ancora oscuro.
Il timbro in questione, non dovrebbe aver avuto comunque origine per necessità postali (per necessità postali intendo quelle inerenti alla corrispondenza), ma per assolvere a compiti "amministrativi".
Dall'esame, sia della Circ. 139,950 sopra citata, sia dalla documentazione presentata alle (Fig. 4), (Fig. 5) e (Fig. 6) che si riferisce a periodi precedenti all'emergenza trattata in questo studio, a periodi posteriori e, addirittura, a periodi recentissimi, si deve desumere che questo fosse il compito per cui era stato creato.
Solo nel periodo di emergenza della R.S.I. è diventato "postale", per ritornare poi, finita l'emergenza, al suo ruolo originario.
La sua forma è ovale, e ha una dimensione che può oscillare da mm. 30x20 a mm. 34x22 a seconda, credo del periodo in cui è strato fatto e dall'incisore che lo ha inciso.
Del timbro RR POSTE TS conosco invece l'anno esatto di nascita, il 1906, alla pagina 59 del "BULLETTINO DELLE POSTE" Art. 89, dice:
"Le lettere non francate e quelle francate insufficientemente, spedite da militari di bassa forza in servizio attivo alle rispettive famiglie (cioè: moglie, ascendenti, discendenti, fratelli e sorelle), sono assoggettate ad una tassa uguale a quella che sarebbe occorsa per la francatura, cioè di cent. 15 per ciscun porto di 15 grammi, dedotto il valore dei francobolli apposti.
Per fruire di questa tassa speciale, le lettere debbono recare a tergo l'indicazione del cognome, nome e grado del mittente e del Corpo cui appartiene, ed essere rimesse agli Uffici Postali di partenza da appositi incaricati dei Comandi dei Corpi stessi od altri Reparti, in pieghi chiusi, colla soprascritta: lettere non francate di militari di bassa forza. I pieghi stessi debbono essere muniti di bollo d'ufficio o, per i reparti sprovvisti di bollo, della firma dei rispettivi comandanti.
Gli Ufficiali postali tassano nella misura stabilita le lettere contenute nei pieghi, ed oltre il bollo a data appongono sulle lettere medesime, come contrassegno di riconoscimento la leggenda TS (tassa speciale), con bollo o scritta a mano.
Per le truppe in campagna la facilitazione di cui sopra si intende estesa a tutte le corrispondenze consegnate agli uffici di Posta Militare e munite dei bolli di questi; se mancano uffici di Posta Militare, sono applicabili le norme di cui sopra."
Nel 1911, sempre sul citato "BULLETTINO DELLE POSTE" n° 16 (parte II)- pag. 188 - paragrafo 270, di cui pubblico il testo integrale, troviamo la nascita del bollo così come interessa a noi:
" Paragrafo 270 - Nuovo bollo con le iniziali T.S. (Tassa Speciale) con sovrapposta la leggenda: RR. POSTE.
Allo scopo di reprimere gli abbusi e le frodi che si vanno commettendo su larga scala in danno dell'Amministrazione mediante l'apposizione di apocrifi bolli portanti le iniziali (T.S.), per usufruire della tassa ridotta di cui all'articolo 17 dell'Istruzione per il servizio delle corrispondenze postali si è determinato di adottare un nuovo tipo di bollo con le stesse iniziali (T.S.) ma sormontate dalla leggenda (RR. POSTE) da provvedersi a cura degli uffici che dovranno utilizzarli in surrogazione di quelli attualmente in uso. Omissis.
Le Direzioni sono perciò invitate a fare regolare richiesta dei bolli predetti con modello 113, per la quantità strettamente necessarie, avvertendo che ai medesimi è conservato il n° 265 di nomenclatura ed il loro prezzo è di L. 1,25 ciascuno.
I vecchi bolli tolti d'uso saranno ritirati dagli uffici, e trasmessi in una unica spedizione al Magazzino Centrale in via S. Ignazio n. 50, dandone avviso con modello 141".
Dall'esame del suddetto documento, risulta evidente l'impiego "postale" del timbro, esso non ha mai derogato infatti, durante la sua vita, che arriva sino ai nostri giorni, dalla funzione per cui è nato, attestare cioè il diritto del documento postale su cui è apposto, a viaggiare momentaneamente privo di affrancatura; che dovrà essere riscossa in arrivo senza sopratassa.
La sua forma, a differenza dell'altro, è tonda ed ha un diametro che varia da mm. 20 a 23. (Fig. 7 )
PRECURSORI MANOSCRITTI
In questa speciale categoria rientrano tutte quelle impronte, quasi sempre manoscritte, che venivano apposte sulla corrispondenza in partenza dall'Ufficio Postale, spesso accompagnate dalla scritta "Zona sprovvista di francobolli" o "Ufficio sprovvisto di bolli" o altri similari che il mittente apponeva sulla missiva. (Fig. 8 )
A volte qualche Ufficio, per comporre queste impronte usava il timbro "T" di "Tassata" accompagnato da una parte manoscritta: (Fig. 9 )
Questo uso si può localizzare, salvo rare eccezzioni, nel primo periodo di emergenza, per intenderci, prima che l'Amministrazione emanasse le regole contenute nella Circolare n. 4.
La domanda che nasce spontanea, esaminando questo tipo di documenti è: perchè invece di ricorrere a questi espedienti, gli Uffici non hanno usato sino dall'inizio i timbri RP PAGATO e RR POSTE TS in loro dotazione?
Molte possono essere le risposte a questa domanda e tutte più o meno attendibili, anche quella che propongo io, che mi sembra la più plausibile.
Data la rigidità dei regolamenti postali, nessuno azzardava l'uso di timbri per un impiego diverso da quello per cui erano stati originariamente destinati.
Prima di concludere questo capitolo, intendo fare una raccomandazione di carattere economico al lettore.
Data la relativa facilità di falsificazione a cui questi documenti si prestano e, visto il crescente interesse che essi suscitano nei collezionisti (con una conseguente rivalutazione commerciale) non è da escludere che qualche falsario ritenga il settore degno di attenzione ed eserciti su di esso le sue malefiche arti.
Attrenzione quindi nell'acquisto di questi particolari documenti, specialmente se l'importo richiesto è di una certa consistenza, controllate bene prima di aggiudicarvelo; se è vero che l'eventuale falsificazione è relativamente facile, è altrettanto vero che esistono molti elementi in grado di smascherarla.
TIMBRI DI EMERGENZA
I timbri classificabili in questa categoria, pur essendo di foggia diversa da quelli ufficiali, ne esprimono lo stesso significato.
Le loro foggie sono le più svariate ed eterogenee, come si può vedere in (Fig. 10 ) (Fig. 10a)
Questo non è che un piccolo campionario di quello che in realtà esiste.
Durante la catalogazione sistematica degli Uffici Postali, man mano che se ne presenterà l'occasione, provvederò a segnalare fotograficamente il particolare timbro di emergenza che quell'Ufficio ha usato.
Questi timbri sono equiparabili alle impronte dei "Precursori Manoscritti" del capitolo precedente - l'unica differenza che li distingue e che questi sono timbri nen senso materiale del termine; quelli, i "Precursori", sono nella quasi totalità delle impronte manoscritte.
Inoltre i "Precursori" cessano totalmente o quasi dopo la regolamentazione attuata con la Cir. n. 4, mentre i "Timbri di Emergenza" in molti Uffici, furono usati sistematicamente per tutto il periodo dell'emergenza, spesso alternandoli con quelli canonici.
Molti di questi timbri erano certamente in dotazione agli Uffici Postali che li usavano, per altri invece, l'appartenenza non è altrettanto certa, potrebbero essere stati di proprietà degli utenti del servizio, i quali, essendo in genere dei grandi fruitori, con il consenso dell'Ufficio, nell'intento di agevolare il lavoro allo stesso, apponevano tali timbri sulle corrispondenze prima della presentazione per l'inoltro.
Come ho detto è solo una ipotesi, che potrà essere confermata o smentita nel prosieguo dello studio.
TIMBRI SCALPELLATI
In questa categoria rientrano i timbri RP PAGATO e RR POSTE TS che, a seguito delle disposizioni impartite dall'Amministrazione con Cir. del 2/11/43 e ribadite con successive Circolari di richiamo. (Circ. 48) vennero scalpellati della parola REGIE. (Fig. 11)
Anche in questo caso il comportamento dei vari Uffici non fu omogeneo. Parte scalpellarono solo la "R" dei timbri corrispondente alla parola REGIE; altri eliminarono "ad abundantiam" anche la "P" corrispondente a POSTE
(Fig. 12 ), altri ancora si limitarono a cancellare con segni di penna la "R" incriminata.
Sono stato molto in dubbio se includere anche questo ultimo caso in questa categoria, ma ho deciso di farlo perchè risulta evidente la volontà di eliminare la "R" anche se ciò non avviene in modo radicale come è per la scalpellatura.
COMPLEMENTI DI AFFRANCATURA
In questo capitolo non tratterò di un particolare tipo di timbri più o meno bizzarri ed occasionali usati per la bisogna.
Si tratta infatti dei timbri ufficiali RP PAGATO e RR POSTE TS integri oppure scalpellati.
A dire il vero, i timbri non sono neppure i protagonisti principali di questo capitolo, ma dei comprimari.
Il protagonista principale è, "l'uso" che di questi timbri se ne fà nell'assolvimento della tassa di affrancatura.
Si tratta infatti di un uso ibrido di riscossione, che accomuna contemporaneamente, l'affrancatura tradizionale con i francobolli, con il metodo della riscossione per contanti.
La cosa funzionava in questo modo: quando l'Ufficio Postale o l'utente era in grado di assolvere all'affrancatura di una missiva solo parzialmente con i francobolli, l'Amministrazione, provvedeva al completamento di tale affrancatura ricorrendo alla riscossione per contanti.
Se la missiva parzialmente affrancata veniva presentata direttamente allo sportello dell'Ufficio Postale, lo stesso, apponeva il timbro RP PAGATO sul frontespizio, annotando a fianco l'importo che l'utente pagava a "complemento" appunto, dell'intera affrancatura. (Fig. 13 )
Se invece, la missiva parzialmente affrancata, veniva imbucata nella cassetta di impostazione, l'Ufficio Postale che ne curava l'inoltro, apponeva sul frontespizio il timbro RR POSTE TS e a fianco, manoscritto, l'importo che l'Ufficio di arrivo doveva risacuotere dal destinatario a complemento dell'intera affrancatura. (Fig. 14 )
A rigore si deve dire che questa procedura, l'uso cioè del timbro RR POSTE TS, poteva essere usato anche se la missiva era presentata allo sportello dell'Ufficio Postale.
La condizione era che, il mittente che spediva non avesse il conto di credito e che l'impiegato dell'Ufficio oservasse strettamente il regolamento.
Ma come abbiamo visto in precedenza, questo non avveniva quasi mai.
Si può ragionevolmente quindi presumere che le missive con il timbro RP PAGATO come complemento di affrancatura, sino state presentate direttamente allo sportello, mentre quelle con il timbro RR POSTE TS, siano state imbucate nelle cassette di impostazione.
E' forse superfluo far notare la scarsa frequenza di queste procedure, che rendono tali documenti particolarmente interessanti per i collezionisti.
NOTA
A questo punto dovrei iniziare l'elenco degli Uffici Postali, ma questo non è possibile in questa sede data la mastodonticità delle notizie contenute in tre volumi.
Chi fosse interessato ad approfondire ulteriormente l'argomento può farlo consultando i seguenti volumi:
R.S.I 1943-45 CATALOGO DEGLI ANNULLI RP PAGATO e RR POSTE TS - LOMBARDIA-EMILIA
R.S.I 1943-45 CATALOGO DEGLI ANNULLI RP PAGATO e RR POSTE TS - PIEMONTE-LIGURIA
R.S.I 1943-45 CATALOGO DEGLI ANNULLI RP PAGATO e RR POSTE TS - VENETO-TRENTINO V.G.-ABRUZZI-LAZIO-MARCHE-TOSCANA-UMBRIA
Volumi ancora disponibili presso l'autore o l'editore.