LA CENSURA POSTALE A GENOVA di Antonio A. PIGA
Le ricerche da me fatte su questo argomento presso l'Istituto Storico della Resistenza e presso l'Archivio di Stato hanno portato al ritrovamento di cinque documenti (Fig. 1 - Fig. 2 - Fig. 3 - Fig. 4 - Fig. 5) che permettono di delineare, sia pure a grandi linee, la situazione inerente alla Censura postale sia militare che civile a Genova.
Quattro di questi documenti (Fig. 1-2-3-4) sembrano la minuta di un interrogatorio-inchiesta fatto subito dopo la liberazione. Il documento in Fig. 1 porta infatti la data del 14-6-1945; gli altri tre non recano nessuna data, ma certamente sono stati redati nello stesso periodo di tempo del primo.
Quello in Fig. 5, datato 23-3-1944, è una relazione della Commissione Provinciale per la Censura di Genova che delinea dettagliatamente, per lo meno in via ufficiale, quanta corrispondenza veniva trattata dalla Censura nelle varie categorie: Posta Militare, Posta Estera, Prigionieri e Internati e Posta Civile.
Questo documento è interessante perchè da esso si può arguire, anche se non è specificato a che periodo sia riferito, che la corrispondenza che veniva trattata era notevole, specialmente la Posta Civile.
Il documento in Fig. 1 ci dice invece che la Censura postale era ordinata dalla Regia Questura o dai C.C.R.R. e veniva effettuata da funzionari della Questura nei locali della Milizia Postelegrafonica.
Successivamente su ordine della Guardia Nazionale Repubblicana la censura veniva eseguita sempre presso i locali della Milizia Postelegrafonica, ma da un incaricato della G.N.R.
In un secondo tempo, la corrispondenza da censurare veniva consegnata direttamente al comando G.N.R. presso la scuola della Foce dove si era trasferito.
Infine ci dice che nei primi anni dell'istituzione della Censura politica, ad essa provvedeva un Capo Manipolo mandato appositamente dal comando superiore di Roma.
Il secondo documento (Fig. 2) ribadisce quanto è affermato dal primo, fa però intuire che esisteva una censura per conto esclusivo dei fascisti.
Ci dice inoltre che in periodo Repubblica Sociale Italiana il controllo sulla Censura, per conto esclusivo dei nazifascisti, era esteso anche ad altri uffici della Provincia o di altre Provincie.
Il terzo documento (Fig. 3) ci dà la notizia che il 29 luglio 1943 vengono distrutti e bruciati i documenti abusivamente censurati dalla Milizia. (era incombente l'8 settembre 1943?).
L'importanza del quarto documento (Fig. 4) risiede nella presentazione della composizione dell'organigramma di cui era composto l'Ufficio Censura, con le varie attribuzioni e mansioni a cui erano preposti i vari funzionari e il personale alle loro dipendenze.
Data la scarsa leggibilità dei documenti, dovuta alla cattiva conservazione, ne presento una trascrizione integrale del testo che ne permetta una immediata lettura, lasciando comunque il documento originale fruibile per chi volesse consultarlo.
DOCUMENTO Fig. 1
Genova 14-6-1945
CENSURA POSTALE
1) La censura delle corrispondenze ordinata dalla R. Questura o C.C. R.R. veniva effettuata da funzionari della Questura nei locali della Milizia Postelegrafonica (ufficio censura)
2) Ultimamente, d'ordine dell'ispettorato della Guardia naz. Repubblicana polizia postelegrafonica, la censura veniva effettuata dalla stessa milizia postelegrafonica: Maggiore Negri, Chierico G.B. e Bonani con un apposito incaricato G.N.R. (non della postelegrafonica) che era lui che censurava.
In un secondo tempo la corrispondenza veniva consegnata dalla postelegrafonica per la censura al comando Prov. G.N.R. (Tellini) e poi alla sede delle scuole della Foce dove il comando G.N.R. si era trasferito.
3) Nei primi anni dell'istituzione della censura politica, questa veniva effettuata esclusivamente da un capo manipolo Nardi (deceduto) venuto appositamente dal Comando superiore di Roma.
In fede SOLIMEI G. BATTISTA
DOCUMENTO Fig. 2
Fabbri
CENSURA POSTALE
Prima della Repubblica (si intende R.S.I.) la C. P. era esercitata dalla Guardia che distaccava Funzionari presso il locale Comando Milizia.
Il sequestro era fatto dai militi i quali trasmettevano la corrispondenza indiziata al locale Comando.
Non è escluso che in piccolo esistesse una censura per conto esclusivo dei fascisti.
In Repubblica (si intende R.S.I.) - i nominativi erano forniti dalla Questura ma (talvolta?) che non staccava più il funzionario ma si faceva portare le corrispondenze indiziate nella propria sede.
Risulta però che il Com.te Negri e il ten. Chierico esercitassero in loco una vasta manomissione e censura di corrispondenza per conto esclusivo degli organi nazifascisti.
Scrivevano pure ad Uffici della provincia o di altre provincie.
(Onde?) fermassero e recapitassero al comando "Polizia Postelegrafonica", chiuse in buste espressi e con carattere di urgenza e di riservatezza, lettere e plichi che venivano ritirati dall'Uff. Espressi di Genova Ferrovia e personalmente dal direttore della zona che li trasmetteva alla Polizia Postelegrafonica.
DOCUMENTO Fig. 3
Fabbri
Solenni sa tutto e deve sapere tutto. Scriveva a macchina (e a mano) e quando il comandante aveva lavoro urgente da sbrigare si chiudeva in ufficio col Solenni sino a tarda ora della sera.
Quidi è a conoscenza di tutto e anche del fatto della censura abusivamente esercitata per conto proprio dalla Milizia e della distruzione e incendio dei documenti il 29 Luglio 1943.
Minardi Umberto Può sapere qualche cosa di cui sopra
DOCUMENTO Fig. 4
CENSURA POLITICA
Apertura dispacci - De Mattei?
Divisione Corrispondenza i.d.
Politico Militare (i) Censura Generale
Pubblica Sic. C.C. e P.P. - Col.Garassino Edoardo
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Com. Flandi Maresciallo Di Bello Con 15 dipendenti
Ricciotti
Brig. Iovino ecc. solo Scopi politici - militari -
annonari
(i) - Garassino dipendeva dall'ufficio politico della Guardia e in relazioni quindicinali informava dettagliatamente gli organi repubblicani del suo operato essenzialmente politico.
Le ricerche da me fatte su questo argomento presso l'Istituto Storico della Resistenza e presso l'Archivio di Stato hanno portato al ritrovamento di cinque documenti (Fig. 1 - Fig. 2 - Fig. 3 - Fig. 4 - Fig. 5) che permettono di delineare, sia pure a grandi linee, la situazione inerente alla Censura postale sia militare che civile a Genova.
Quattro di questi documenti (Fig. 1-2-3-4) sembrano la minuta di un interrogatorio-inchiesta fatto subito dopo la liberazione. Il documento in Fig. 1 porta infatti la data del 14-6-1945; gli altri tre non recano nessuna data, ma certamente sono stati redati nello stesso periodo di tempo del primo.
Quello in Fig. 5, datato 23-3-1944, è una relazione della Commissione Provinciale per la Censura di Genova che delinea dettagliatamente, per lo meno in via ufficiale, quanta corrispondenza veniva trattata dalla Censura nelle varie categorie: Posta Militare, Posta Estera, Prigionieri e Internati e Posta Civile.
Questo documento è interessante perchè da esso si può arguire, anche se non è specificato a che periodo sia riferito, che la corrispondenza che veniva trattata era notevole, specialmente la Posta Civile.
Il documento in Fig. 1 ci dice invece che la Censura postale era ordinata dalla Regia Questura o dai C.C.R.R. e veniva effettuata da funzionari della Questura nei locali della Milizia Postelegrafonica.
Successivamente su ordine della Guardia Nazionale Repubblicana la censura veniva eseguita sempre presso i locali della Milizia Postelegrafonica, ma da un incaricato della G.N.R.
In un secondo tempo, la corrispondenza da censurare veniva consegnata direttamente al comando G.N.R. presso la scuola della Foce dove si era trasferito.
Infine ci dice che nei primi anni dell'istituzione della Censura politica, ad essa provvedeva un Capo Manipolo mandato appositamente dal comando superiore di Roma.
Il secondo documento (Fig. 2) ribadisce quanto è affermato dal primo, fa però intuire che esisteva una censura per conto esclusivo dei fascisti.
Ci dice inoltre che in periodo Repubblica Sociale Italiana il controllo sulla Censura, per conto esclusivo dei nazifascisti, era esteso anche ad altri uffici della Provincia o di altre Provincie.
Il terzo documento (Fig. 3) ci dà la notizia che il 29 luglio 1943 vengono distrutti e bruciati i documenti abusivamente censurati dalla Milizia. (era incombente l'8 settembre 1943?).
L'importanza del quarto documento (Fig. 4) risiede nella presentazione della composizione dell'organigramma di cui era composto l'Ufficio Censura, con le varie attribuzioni e mansioni a cui erano preposti i vari funzionari e il personale alle loro dipendenze.
Data la scarsa leggibilità dei documenti, dovuta alla cattiva conservazione, ne presento una trascrizione integrale del testo che ne permetta una immediata lettura, lasciando comunque il documento originale fruibile per chi volesse consultarlo.
DOCUMENTO Fig. 1
Genova 14-6-1945
CENSURA POSTALE
1) La censura delle corrispondenze ordinata dalla R. Questura o C.C. R.R. veniva effettuata da funzionari della Questura nei locali della Milizia Postelegrafonica (ufficio censura)
2) Ultimamente, d'ordine dell'ispettorato della Guardia naz. Repubblicana polizia postelegrafonica, la censura veniva effettuata dalla stessa milizia postelegrafonica: Maggiore Negri, Chierico G.B. e Bonani con un apposito incaricato G.N.R. (non della postelegrafonica) che era lui che censurava.
In un secondo tempo la corrispondenza veniva consegnata dalla postelegrafonica per la censura al comando Prov. G.N.R. (Tellini) e poi alla sede delle scuole della Foce dove il comando G.N.R. si era trasferito.
3) Nei primi anni dell'istituzione della censura politica, questa veniva effettuata esclusivamente da un capo manipolo Nardi (deceduto) venuto appositamente dal Comando superiore di Roma.
In fede SOLIMEI G. BATTISTA
DOCUMENTO Fig. 2
Fabbri
CENSURA POSTALE
Prima della Repubblica (si intende R.S.I.) la C. P. era esercitata dalla Guardia che distaccava Funzionari presso il locale Comando Milizia.
Il sequestro era fatto dai militi i quali trasmettevano la corrispondenza indiziata al locale Comando.
Non è escluso che in piccolo esistesse una censura per conto esclusivo dei fascisti.
In Repubblica (si intende R.S.I.) - i nominativi erano forniti dalla Questura ma (talvolta?) che non staccava più il funzionario ma si faceva portare le corrispondenze indiziate nella propria sede.
Risulta però che il Com.te Negri e il ten. Chierico esercitassero in loco una vasta manomissione e censura di corrispondenza per conto esclusivo degli organi nazifascisti.
Scrivevano pure ad Uffici della provincia o di altre provincie.
(Onde?) fermassero e recapitassero al comando "Polizia Postelegrafonica", chiuse in buste espressi e con carattere di urgenza e di riservatezza, lettere e plichi che venivano ritirati dall'Uff. Espressi di Genova Ferrovia e personalmente dal direttore della zona che li trasmetteva alla Polizia Postelegrafonica.
DOCUMENTO Fig. 3
Fabbri
Solenni sa tutto e deve sapere tutto. Scriveva a macchina (e a mano) e quando il comandante aveva lavoro urgente da sbrigare si chiudeva in ufficio col Solenni sino a tarda ora della sera.
Quidi è a conoscenza di tutto e anche del fatto della censura abusivamente esercitata per conto proprio dalla Milizia e della distruzione e incendio dei documenti il 29 Luglio 1943.
Minardi Umberto Può sapere qualche cosa di cui sopra
DOCUMENTO Fig. 4
CENSURA POLITICA
Apertura dispacci - De Mattei?
Divisione Corrispondenza i.d.
Politico Militare (i) Censura Generale
Pubblica Sic. C.C. e P.P. - Col.Garassino Edoardo
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Com. Flandi Maresciallo Di Bello Con 15 dipendenti
Ricciotti
Brig. Iovino ecc. solo Scopi politici - militari -
annonari
(i) - Garassino dipendeva dall'ufficio politico della Guardia e in relazioni quindicinali informava dettagliatamente gli organi repubblicani del suo operato essenzialmente politico.